2020, l’anno del grande silenzio

Dopo un inverno molto asciutto, nel periodo germogliamento – vendemmia, sono caduti poco meno di 250mm di pioggia e per di più concentrati in pochi giorni. Le temperature molto elevate tra giugno e settembre hanno contribuito, assieme a venti periodici caldi ad una stagione estremamente arida.

Questa situazione ha evidenziato delle differenze importanti in relazione ai luoghi di coltivazione. Nei suoli vulcanici non si sono registrate particolari sofferenze ad eccezione dei vigneti appena impiantati. Viceversa sui suoli sassosi e molto drenati si sono verificate anche gravi sofferenze per carenza idrica. Questi fenomeni hanno contribuito a delle perdite di produzione di uva dell’ordine del 45/50% e provocato una ridotta vegetazione delle piante.

La vendemmia è iniziata per la prima volta già ad Agosto. Nei terreni vulcanici, a parte la ridotta produzione, l’uva è risultata molto bella. Invece nelle altre vigne si è verificata una scalarità di maturazione, anche importante, che ci ha costretti a diversi passaggi vendemmiali. Il mosto è stato più denso del normale, specialmente quello proveniente da uve in stress idrico.

L’annata 2020 è stata molto facile per quanto attiene alla difesa contro peronospora, un po’ meno per l’oidio; non si sono verificate altre patologie.

L’ambiente così naturale e ricco di biotopi ci garantisce una rara salubrità e originalità delle produzioni, tuttavia ci dobbiamo confrontare con un’alta densità di animali selvatici (cinghiali, caprioli, istrici, tassi, fagiani e altri volatili di varie specie, ecc) che insidiano i vigneti e ci impegnano in strategie di difesa per tutta la stagione.

Ci ricorderemo del 2020 anche per i prolungati periodi, dovuti al confinamento, nel grande silenzio della Maliosa.

Pubblica un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

certificazioni@2x
premi@2x